Le fake news sono sempre esistite, ma il loro uso massiccio senza ritegno è un segno del nostro tempo. Sicuramente questo fenomeno dipende dal modo in cui funzionano i mass media. Soprattutto l'internet aiuta la diffusione delle fake news creando mondi virtuali e offrendo l'anonimato, anche se oggi certi politici usano le fake news alla luce del sole. A chi possiamo ancora credere? Siamo diventati sospettosi verso i media da cui viene formata la nostra visione del mondo. I media sono veramente indipendenti o sono un mezzo di propaganda? E anche se sono formalmente indipendenti chi mi dice che i redattori non abbiano una visione ideologica del mondo? E cosa possiamo ancora credere? Il mainstream si accontenta spesso di risposte superficiali. Non è forse vero che i cambiamenti importanti sono stati sempre portati avanti prima da una minoranza ignorata o derisa (vedi ad es. la teoria del cambio di paradigma di Thomas Kuhn) per cui dovremmo prendere sul serio anche le opinioni minoritarie? Non sappiamo più bene a chi e a cosa credere; realtà e finzione non sono più distinguibili, almeno non senza uno sforzo analitico importante.
Le conseguenze di questo smarrimento conoscitivo sono molteplici e riguardano anche la religione. Se prima le religioni annunciavano delle verità che si potevano accettare o rifiutare, oggi sono sospettate di diffondere fake news. Le chiese vengono viste come grandi società complottiste che mediante la costante ripetizioni di messaggi mitologici deviano la visione del mondo dei loro seguaci, non diversamente da come in America milioni di persone sono influenzate dalle fake news del presidente uscente.
L'effetto positivo è che dogmi e tradizioni finora ovvie, ma effettivamente datate, vengono messe in discussione (il protestantesimo l'ha fatto però già tempo fa). A parte questo, sembra ovvio che questa visione delle cose abbia delle conseguenze devastanti per le religioni: se tutto è potenzialmente finzione, chi ci assicura che non lo sia veramente?
Un bel problema! Normalmente ci sono dei criteri per distinguere realtà e finzione. Così posso confrontare opinioni diverse, ad es. leggere un giornale di destra e uno di sinistra, per farmi una mia opinione sulla base delle differenti informazioni acquisite. Se confronto due religioni, la cosa non mi aiuta molto per distinguere realtà e finzione. Un'altra possibilità è risalire ai fatti. Però anche qui, nel caso del cristianesimo, arriviamo solo fino al Gesù storico e sicuramente non è quello che ci aiuta a giustificare il nostro impianto dogmatico. L'applicazione dei metodi più comuni per distinguere realtà e finzione non ha un esito favorevole per le religioni.
Inoltre si possono osservare comportamenti che suggeriscono di identificare le religioni come complottiste. Basta seguire certe discussioni assurde in cui la chiesa dialoga con il mondo. Ma c'è di peggio. La teoria del complotto è scritta proprio nel DNA della teologia. Prendiamo come esempio la theologia crucis di Lutero: credere contro l'apparenza, percepire l'amore di Dio nella sofferenza. Non è questo il tipico comportamento del complottista: difendere le proprie idee fittizie contro ogni evidenza?
Senza dubbio l'ondata di fake news e teorie di complotto, che spuntano da ogni dove, mettono le chiese in una cattiva luce, anche se in fondo si tratta di un fraintendimento.
Infatti le religioni si muovono su un terreno del tutto diverso dai complottisti. Alla base di ogni religione sta l'assioma che la realtà è più grande di quanto la scienza con i suoi mezzi possa verificare. Quest'assioma non è razionalmente verificabile, ma è comunque ragionevole. Già il fatto che la stessa scienza abbia una visione della realtà più ampia di 100 anni fa, rende l'assioma ragionevole. Che poi l'approccio razionale alla realtà sia limitativo è anche una cosa quasi ovvia. Le fake news oppongono una finzione contro la realtà scientifica e quindi possono essere smantellate con i metodi di critica scientifica. La religione invece oppone a una visione limitata della realtà una visione amplificata della realtà e non è escluso che la visione d'insieme possa condurre alle conclusioni opposte a quella della visione parziale. Qui il criterio di veridicità non può essere la critica razionale come per le fake news, perché le affermazioni si riferiscono a una realtà che trascende la ragione. Il criterio può essere solo di tipo intuitivo. Il messaggio si dimostra autentico quando apre a una realtà più grande, quando libera e abilita, quando genera fede, speranza ed amore. Il sapere religioso non si esprime come conoscenza razionale, ma come certezza interiore.
La theologia crucis di cui sopra non è quindi l'espressione di una mentalità complottista, ma probabilmente l'unico modo ragionevole di fare teologia oggi. (DK)
Bolzano, domenica 15 novembre 2020
Pastore Dieter Kampen
348 096 7797
Chiesa valdese di Bolzano, Post 003
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